Triathlon 101: siti internet, guide e persone da conoscere

È inutile ripetere in questo spazio i concetti fondamentali del Triathlon, come la sua storia, le distanze standard, le categorie, ecc.
Per saperne di più è sufficiente leggere la relativa pagina di Wikipedia ed approfondire grazie alla moltitudine di siti dedicati all’argomento.

Triathlete definitionIn questa serie di post voglio segnalare ciò che per me è stato fondamentale per iniziare a conoscere e praticare questo sport: le risorse che consiglio di consultare, l’equipaggiamento a cui non potrei rinunciare e le applicazioni o servizi web per tenere traccia dei propri progressi.

In questo primo articolo elenco i principali siti di riferimento ed alcuni personaggi che è doveroso conoscere.

Personaggi e risorse online

DC Rainmaker

Cosa c’è di più bello che poter unire in matrimonio sport e tecnologia?
Ray, l’autore del sito, è un ottimo triatleta ed un recensore esperto e puntiglioso di ogni novità tecnologia relativa al mondo della corsa, del ciclismo e del nuoto. I suoi articoli sono sempre dettagliatissimi e le sue guide sono esaustive ed illuminanti.
Una risorsa fondamentale!

Dad 2 Tri – Massimo Bottelli

Mi sono imbattuto nel sito di Massimo proprio all’inizio del mio percorso di approfondimento. Ho scoperto con piacere una risorsa molto interessante e, soprattutto, una persona solare ed amichevole che esprime in modo elegante il concetto di sportivo impegnato e divertito al tempo stesso.  Ogni volta che l’ho contattato ho sempre ricevuto gentili e rapide risposte ai miei quesiti.
Inoltre, il suo e-book “Triathlon anch’io!” offre, per una manciata di euro, un ottimo punto di partenza per i nuovi atleti o aspiranti tali. Contiene tutti i consigli fondamentali per chi si avvicina alla disciplina e le risposte ai numerosi dubbi dei neofiti. Consigliatissimo!

Roberto Albanesi

O lo si ama o lo si odia, di certo non lascia indifferenti. Mostra la maggior parte dei miei stessi difetti caratteriali, quindi non posso che sentirmici attratto. Fonte preziosissima di approfondimenti medici, programmi di allenamento, spunti di riflessione, ecc. Risorsa valida soprattutto per la corsa ma molto utile anche per apprendere l’approccio scientifico allo sport e diventare allenatori di sé stessi. Il suo difetto principale è il sito Internet: particolarmente brutto, disorganizzato e molto “antico”.
Di seguito i tre programmi per chi si avvicina al mondo del Running e desidera ottimizzare le prestazioni sui 10K:

The Triathlete’s Training Bible – Joe Friel

Non occorre spendere molte parole. Semplicemente LA risorsa definitiva per chi è intenzionato ad allenare sé stesso. Il blog offre articoli e consigli utili, ma la vera Bibbia è il suo libro.

The Age of Sport

È un sito di difficile collocazione: un buon incrocio tra il racconto poetico, il diario personale ed un manuale di psicologia dello sport. Si legge volentieri e si trovano parecchi spunti interessanti.

Triathlon … WTF? (ovvero: ma chi te lo fa fare?)

Triathlon Logo

Prima di parlare di Triathlon è necessario fare alcune doverose premesse.

Chi mi conosce sa bene quanto sia appassionato di tecnologia, gadget, “cose strane e costose” e quanto io ami andare a caccia di informazioni estremamente approfondite sugli argomenti che mi stanno a cuore.

Inoltre, ho sempre amato lo sport e l’attività fisica in generale per quanto negli anni ho avuto un approccio poco organizzato: calcio e sci di fondo da bambino, con qualche esperienza podistica e sugli skiroll (io ODIO gli skiroll), poi solo calcio, poi solo arbitro, poi corsa alla bell’e meglio, poi di nuovo calcio ma sempre con un po’ di corsa durante la stagione estiva, poi cicloturismo, e così via. A parte il calcio, che è sempre stato una mia grande passione ed una costante sportiva della mia vita, per il resto mi è sempre mancata quella scintilla che facesse divampare il fuoco.

Fino a che, un fatidico giorno di Marzo di quest’anno, incontrai su quel sito di perdizione e tentazione infinita (Amazon BuyVIP) queste:

Vibram Five Fingers Bikila

Vibram Five Fingers Bikila

La scintilla scattò: passai le ore successive a leggere TUTTO ciò che ci fosse su internet relativamente a minimal shoes, barefooot running, pose running, prevenzione infortuni, ecc. Più sprofondavo in quel sapere più mi convincevo che DOVEVO comprare quelle scarpe e mettermi subito a correre.

E così feci: 13 Marzo 5 km, 16 Marzo 5 km e mezzo, 19 Marzo 8 km … 31 Marzo i miei primi 10 km quasi-scalzi. Amavo la corsa, amavo il dolore ai polpacci dei primi giorni e la sensazione che si stessero trasformando in muscoli d’acciaio, amavo lo sguardo stranito delle persone che incrociavo, la sensazione di leggerezza, lo sfiorare appena l’asfalto, i sassolini sotto le piante dei piedi, la fatica e la soddisfazione.
Ancora non avevo riordinato le idee ma sapevo che volevo impegnarmi.

La seconda scintilla arrivò grazie ad un amico, Depo, che mi invitò a correre con lui e altri amici la Stramilanina. Fu durante la corsa, circondato da centinaia di persone con la stessa passione, che decidemmo che quest’anno saremmo diventati dei Runner, con costanza ed impegno.

Andavamo a correre da soli o insieme e confrontavamo sempre i nostri risultati. Nello slancio di passione sono riuscito a coinvolgere anche Giulia che ha corso per la prima volta nella sua vita i 10 km. Uscivo spesso e macinavo sempre più asfalto. Però ancora mancava un piano ed il “correre a sensazione” mi ha portato ad esagerare troppo in fretta. Quando ho iniziato ad avvicinarmi ai 20 km, a Giugno, è arrivato il primo infortunio.
Ho atteso paziente un paio di settimane ed ho riprovato: dopo poco meno di 1 km il dolore al ginocchio (forse la dannata bandelletta) tornava a pungere dolorosamente. Sono stato assalito da un po’ di sconforto ma ho subito elaborato un piano di riserva: riposo per tutta l’estate, con qualche sport alternativo, e poi ripresa a Settembre. Ma questa volta partendo con calma, seguendo uno schema d’allenamento preciso e focalizzandomi su alcuni obiettivi.

Inserisco qui una seconda premessa, per chi mi conosce poco. Faccio fatica a stare fermo e, specialmente quando il tempo è bello, sono affetto da una leggera iperattività. Inoltre, esprimo spesso emozioni in bianco e nero: o bellissimo o bruttissimo, o amore o odio, o zero o dieci, o tutto o niente. I miei cambiamenti di opinione non avvengono come per la maggior parte delle persone, in modo lento e graduale, ma con un rapidissimo passaggio da un estremo all’altro.
Fu proprio in questo modo che nel 2012, in seguito alla rottura di una costola e all’impossibilità di praticare calcio e corsa, decisi che era il momento di darmi alla bicicletta dopo anni di insulti e acredine nei confronti delle due ruote. Io e Giulia comprammo due belle biciclette e nel giro di un mese ci trasformammo in perfetti cicloturisti armati di tutto punto e di una sana passione per le vacanze in bici.

Tornando all’estate recente, c’erano quindi tutte le premesse per abbattere un altro muro ed eseguire un’altra perfetta piroetta del pensiero. Era il momento giusto di iniziare a nuotare. Il 14 Luglio entrai, per la prima volta da anni, in una vasca con corsie delimitate e senza scivoli. Pochi giorni dopo mi ero abbonato in piscina.

Nel frattempo, non pago di questo sport alternativo, incrementai l’utilizzo della bicicletta. Iniziai ad andare al lavoro in bici almeno una volta a settimana (circa 45 km tra andata e ritorno) e comprai una splendida bicicletta pieghevole per poter praticare più agevolmente cicloturismo nei week-end. Proprio grazie a questo acquisto riuscii a coinvolgere un bel gruppetto di amici (vedi foto).

Cicloturismo pieghevole a Füssen

Cicloturismo pieghevole a Füssen

A quel punto gli astri si erano allineati da soli in una direzione ben precisa: Triathlon.
Cosa significa per me lo spiegherò meglio in un prossimo articolo. Qui mi limito a fare il punto della mia situazione sportiva nel momento esatto in cui presi quella decisione, sperando che tra qualche anno potrò rileggere questo post e farmi una grassa risata di soddisfazione:

  • Corsa: lo sport in cui sono più preparato e quello che mi calza meglio addosso. Però questa estate ero fermo per infortunio e non sapevo ne se ne quando avrei ricominciato. Sapevo solo che sarei ripartito con molta cautela.
  • Bici: non possedevo una bici da corsa, ne mai mi sarei sognato di pedalare su una di quelle. Praticavo cicloturismo come un bimbo che ha tolto da poco le rotelle: lento e con gli occhi sgranati per assorbire il mondo.
  • Nuoto: male, molto male. Ero (e sono) al livello di uno che ha appena tolto i braccioli con timore, ma non vuole rinunciare alla ciambella gialla con la paperetta.

Cicloturismo: da Passau a Vienna lungo il Danubio – parte 3

Ad Agosto 2013 io e Giulia abbiamo pedalato sulla ciclovia del Danubio, da Passau a Vienna.
Si tratta senza dubbio del percorso cicloturistico più bello su cui abbiamo inforcato le nostre biciclette.

Pubblico in questo post e nei successivi il diario giorno per giorno di quella splendida vacanza.

[Qui la prima tappa]
[Qui la seconda tappa]


 13 Agosto 2013: Passau – Schlögen – Aschach

La sveglia puntata alle 6 del mattino. Quando suona ci accorgiamo del tempo schifoso e piovoso che ci aspetta di fuori.
Decidiamo subito di rinviare la sveglia di un’oretta e attendere che il meteo migliori. Quando ci svegliamo definitivamente è ancora grigio, freddo e leggermente piovoso ma la situazione sembra intenzionata a migliorare.

La colazione è ricca, invitante e ben assortita. Facciamo il pieno di carburante e prepariamo le bici al nostro/loro primo giorno di questa nuova avventura.

Giulia pronta alla partenzaDurante le prime ore è necessario riprendere confidenza con la strada e con i rumori del nostro destriero. L’inizio del viaggio permette al sellino di scavare la sua impronta sui nostri culi in modo che siano a loro agio nei giorni a venire.
Decidiamo di non strafare e di lasciare alle gambe la decisione sul dove fermarsi.

L’inizio è brillante da parte nostra (maciniamo strada a più di 20 km all’ora di media) e molto meno brillante dal punto di vista del clima. Pedalando ci scaldiamo ma il grigio ci accompagna. Inoltre il primo pezzo di ciclabile non è nemmeno bellissimo dato che costeggia una strada trafficata. Il rumore delle macchine e l’odore di smog rendono il tutto ancora più mesto.

Poco dopo la civiltà sfuma via e rimaniamo soli in compagnia del Danubio e della sua ampia vallata bucolica e poco abitata.
Procediamo lesti fino al famoso Schlögen, il tratto dove il fiume compie una maestosa piega ad S tra le colline circostanti.
Attraversiamo con un piccolissimo battello, dedicato ai turisti in bici, in compagnia di altri ciclisti. Pedaliamo per qualche kilometro sulla sponda sud e pranziamo nel tranquillo villaggio di Inzell, proprio di fronte alla seconda ansa del fiume.

R1 Donauweg - AschachAbbiamo già percorso 45 km ma l’energia e la voglia di proseguire non ci mancano. Uno sguardo alla cartina e vediamo che la successiva meta papabile è Aschach, in prossimità del ponte che ci riporterà sulla sponda Nord.
Ci separano dalla fine della prima tappa altri 22 km.

Pedaliamo più lenti, un po’ stanchi e affaticati. Quando la voglia di stare in sella comincia a scemare incontriamo l’ufficio del turismo di Aschach. Una gentile signora ci mostra gli alloggi disponibili e ne scegliamo uno di nostro gradimento. Più che una camera (Zimmer) si tratta di un appartamento tutto per noi. Ottima scelta.

Dopo esserci sistemati gironzoliamo nel paesello che si presenta pittoresco, colorato e molto vivace. Ceniamo in un semplice ristorantino sul fiume e poi a letto.

Km tappa: 67
Km totali viaggio: 76

Cicloturismo: da Passau a Vienna lungo il Danubio – parte 2

Ad Agosto 2013 io e Giulia abbiamo pedalato sulla ciclovia del Danubio, da Passau a Vienna.
Si tratta senza dubbio del percorso cicloturistico più bello su cui abbiamo inforcato le nostre biciclette.

Pubblico in questo post e nei successivi il diario giorno per giorno di quella splendida vacanza.

[Qui la prima tappa]


 12 Agosto 2013: da Monaco a Passau in macchina

Passau ed i tre fiumi

Sveglia, doccia, colazione frugale e un saluto al nostro caro ospite.
Poi ci dirigiamo al futuro luogo di lavoro di Giulia con curiosità e un po’ di emozione.
Se la sbriga in fretta ed esce con un certezza: il 2 Settembre sarà una lavoratrice monacense!

Partiamo alla volta di Passau con la fida Biemwa e visti i problemi di stabilità delle bici, decidiamo di prendere la strada più lenta. Attraversiamo bellissimi paesini e paesaggi collinari pieni di coltivazioni e bestiame. Tutto molto pittoresco ed idilliaco.

Laz si riposa lungo l'InnDopo poco più di due ore arriviamo a Passau. Parcheggiamo lontani dall’albergo in modo da poter lasciare la macchina in una tranquilla stradina residenziale. Scarichiamo le bici, purtroppo piuttosto segnate e ammaccate, e andiamo a fare il check-in. Passiamo il pomeriggio a visitare questa bellissima cittadina circondata da due grandi e maestosi corsi d’acqua, l’Inn ed il Danubio, ed un piccolo fiume, l’Ilz. L’incontro tra queste tre diverse acque, che per alcune centinaia di metri non ne vogliono sapere di mescolarsi tra loro, crea un effetto molto suggestivo.

Giulia pregusta la cena

Cena in un semplice ma carino ristorante asiatico di tipo Wok. Piatti molto economici ma saporiti e sostanziosi. Perfetto!

Da domani si comincia a pedalare, finalmente.

Cicloturismo: da Passau a Vienna lungo il Danubio – parte 1

Ad Agosto 2013 io e Giulia abbiamo pedalato sulla ciclovia del Danubio, da Passau a Vienna.
Si tratta senza dubbio del percorso cicloturistico più bello su cui abbiamo inforcato le nostre biciclette.

Pubblico in questo post e nei successivi il diario giorno per giorno di quella splendida vacanza.


11 Agosto 2013: da Limbiate a Monaco in macchina

Vecchia BMW e biciPartenza da Limbiate alle 11 con biciclette montate sul portabici.

Il viaggio non è dei migliori e si procede lentamente, sia a causa del traffico sia della continua preoccupazione di perdere il prezioso carico.

Infatti, a causa dell’inesperienza e dei mezzi di fortuna, le biciclette non sono fissate in modo molto stabile. Aumentando la velocità in autostrada si inclinano notevolmente verso l’esterno della macchina. Immaginatevi lo stress di dover continuamente tenere il tutto sotto controllo nello specchietto retrovisore con l’angoscia di ammazzare qualcuno.

Dopo 6 ore e mezza arriviamo a Monaco. Parcheggiamo sotto casa del nostro caro amico e squisito ospite (casa sua è soprannominata la Locanda del Vecchio Porco)  e ci avventuriamo a piedi per la città, toccando zone conosciute e altre meno note.

Poi di corsa a cena con l’allegra combriccola monacense più qualche new entry (per noi). E soprattutto la vera novità: il piccolo Emilio!!! “Piccolo” mica troppo: sembra già grande nonostante non abbia nemmeno un mese.